L’attore ha ripercorso le tappe che lo hanno portato al successo, ospite in studio a La volta buona ha parlato degli esordi
Era il 2000 quando Fabio Troiano usciva dalla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Torino, all’epoca guidata da Luca Ronconi, con un diploma in mano. Proprio in quegli anni viene diretto dai protagonisti del palcoscenico come Marco Plini, Mauro Avogadro e Giancarlo Cobelli. La definitiva consacrazione però arriva dalla televisione, come raccontato dallo stesso attore in una recente intervista.
Accolto in studio da Caterina Balivo ha avuto modo di parlare degli inizi, a La volta buona si è raccontato. A spingerlo nella direzione giusta fortunatamente fu il padre: “Lui lavorava alla Fiat all’epoca, a un certo punto conosce una signora che ha un piccolo spazio, un teatro. E visto che io ero appassionato mi disse: ‘Perché non vai a vedere, a provare?’. E quindi andai a Moncalieri, c’era il classico sottoscala, tutto buio. È da lì che sono partito”. La svolta era praticamente dietro l’angolo.
A farlo conoscere al grande pubblico fu, in realtà, la sua interpretazione in uno dei programmi più seguiti dai più piccoli dei primi anni duemila. Parliamo ovviamente della Melevisione, trasmissione storica della Rai, all’interno della quale Fabio Troiano vestì i panni del Genio Abù Zazà. E pensare che, all’epoca, la sua carriera stava procedendo in tutt’altra direzione.
Di quell’avventura magica ha parlato anche nella recente ospitata a La volta buona. La padrona di casa gli ha, infatti, chiesto se fosse stato contento di quell’opportunità, Troiano senza troppi giri di parole ha risposto così: “Accipigna! Stavo facendo la scuola del Teatro Stabile, cercavano il volto per questo programma e io credevo di non avere speranze ai provini. E invece alla fine sono diventato il Genio Abù Zazà. È stata un’esperienza incredibile”.
Fu proprio quel personaggio a consacrarlo nel mondo dello spettacolo, tanto che successivamente lo rivedemmo in Dopo mezzanotte di Davide Ferrario insieme a Giorgio Pasotti e a Francesca Inaudi. Tra l’altro, grazie alla performance interpretata nella pellicola, otterrà il Premio Magna Grecia oltre ad una candidatura nel 2005 ai David di Donatello come miglior attore non protagonista.
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